lunedì 13 agosto 2007

Trackmania United - Recensione pubblicata su Zai.Net

Nadeo

Trackmania United

Pc - Dvd rom – 28.00 €

Non hai mai, dico, mai sentito parlare di Trackmania? Mai?!?! Vergogna! Te lo dico io cosa ti stai perdendo! La Nadeo, una casa di sviluppo non troppo conosciuta, un giorno si è fermata e ha deciso di pensare ad un gioco veramente innovativo…RACING, troppo poco, PLATFORM, nemmeno…allora…tutti e due!! Prendi centinaia di macchine sportive, (fra cui moltissime scaricabili dalla rete), gommose, indistruttibili, in grado di arrivare fino alla bellezza di 999 Km\h (!?), poi sbattile prepotentemente in circuiti, (che se vuoi puoi creare anche tu con l’editor), dove le leggi della gravità, fra trampolini, giri della morte e tunnel sottosopra vanno a farsi benedire, aggiungi una grafica pastello sfavillante, psichedelica e coloratissima e infine considera pure le frenetiche gare online, testa a testa con gente “malata” da tutto il mondo che aspetta solo te… ed è fatta… Con Trackmania la tua vita non sarà più la stessa!

Un motivo per giocarlo

Se cercate un gioco originale, innovativo, fuori di testa e malato come voi!

Un motivo per non giocarlo

Preso per il verso sbagliato può annullare la vostra vita sociale

Gioele Maria Pignati

Splinter Cell Barracuda - Recensione pubblicata su Zai.Net

David Michaels

Splinter Cell: Barracuda

Rizzoli – 18.00 €

360 pagine

E così Sam Fisher, il miglior agente del dipartimento di spionaggio americano Third Echelon, nato dal genio di Tom Clancy, torna in azione per l’ennesima volta in una missione dalla quale potrebbero dipendere le sorti del mondo. Buona, ma non ottima la trama, che grazie ad una storia ad “alta tensione” ricca di colpi di scena, pur con qualche caduta di stile qua e là, riesce ad intrattenere il lettore dall’inizio alla fine, ponendo la nostra spia in bilico fra una pericolosa organizzazione di trafficanti d’armi, opulente triadi cinesi ed un progetto tecnologico della massima segretezza. Eccellente poi la caratterizzazione psicologica dei personaggi, che finalmente risultano credibili, tra passioni, fobie e gli inevitabili fantasmi del passato. Se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo, l’unica critica sensata da poter muovere riguarda lo stile, che pur essendo adeguato ai vari contesti, risulta più di una volta troppo freddo e asettico. Nonostante ciò, pollice su!

Un motivo per leggerlo

Se amate Splinter Cell o Tom Clancy alla follia.

Un motivo per non leggerlo

Stile discutibile, ma che può anche piacere.

Gioele Maria Pignati

giovedì 9 agosto 2007

Nuvole di china - Articolo publicato su Zai-Net

POP-STORY

NUVOLE DI CHINA

“LA MANO ACCAREZZAVA LENTA LA COPERTINA LEVIGATA, TIMOROSA, IMPAURITA, COME SE LE SPETTASSE UN DESTINO TROPPO ONEROSO DA PERSEGUIRE… INFINE APRI’ IL VOLUMETTO ILLUSTRATO E ALL’IMPROVVISO FU RISUCCHIATO IN UN MONDO CAPOVOLTO, SPECCHIATO AL NEGATIVO, DAL QUALE, SEMMAI CE NE FOSSE STATA LA POSSIBILITA’, NE SAREBBE USCITO TOTALMENTE CAMBIATO…”

Di Gioele Maria Pignati

Nel profondo del cuore, al di là dei tempi, delle nazioni, delle morali e soprattutto della censura, tutti gli uomini sono stati dei piccoli rivoluzionari, ognuno con il proprio pensiero da promulgare, ciascuno con la propria libertà da difendere. Per quanto governi e regnanti negassero tale possibilità naturalmente insita nell’agire umano, c’erano alcuni piccoli coraggiosi che continuavano pedissequamente per la loro strada proseguendo con le loro critiche e seguitando a pensare con la propria testa. All’inizio erano frasi che fluivano da bocca in bocca, poi imposto il silenzio, i pensieri divennero scritti, infine, negato l’uso delle proposizioni fu l’immagine a valere più di mille parole. Fu così che alla fine dell’ottocento, in quel mondo taciturno, cominciarono a diffondersi centinaia e centinaia di testate satiriche dove, con pochi tratti d’inchiostro e disegni stilizzati, gli uomini potevano continuare a far sentire la loro voce, pur senza emettere alcun suono, una voce talmente potente, da finire anch’essa per essere zittita ben più di una volta. Nonostante gli interventi tempestivi, la “malattia” riuscì a dilagare comunque, colpendo una persona dopo l’altra con risultati estremamente differenti, ma tutti riconducibili ad un denominatore comune: l’immagine. E’ il 1893 e all’improvviso un malefico omino antropomorfo dal sorriso sghignazzante e dall’invidiabile pelata, vestito con una lunga camicia da notte gialla (da qui il nome Yellow Kid), s’impossessa delle pagine centrali del “New York World”, dapprima comunicando a gesti, poi parlando attraverso segnali stradali ed infine affidando le proprie parole a vere e proprie nuvolette di fumo in stile pellirossa. Insieme al bambino prodigio in pigiama approdarono sulle testate di tutto il mondo decine e decine di suoi coetanei, altrettanto buffi e grotteschi, innanzitutto in America dove insegnarono agl’immigrati, con l’aiuto delle figure, ad apprendere più facilmente l’idioma Yankee, poi in Italia e nel resto d’europa, dove simpatici compagni di avventure diffusero giorno dopo giorno tra i più piccoli la buona educazione e l’importanza del vivere civile. Si cominciò a parlare di un vero e proprio stato d’assedio, di un fenomeno di dimensioni e gravità spropositate, una causa di livello mondiale che, a seconda dei popoli, assunse i nomi più fantomatici, tra i quali, Fumetto, Comics, Historieta, Tebei, Dessines. Era scattato un meccanismo inarrestabile dal quale cominciarono a sorgere tutto d’un tratto case editrici, personaggi umoristici, carismatici e, più di una volta, controversi, icone pubblicitarie, come Braccio di ferro, l’uomo che aveva ricavato il doping dagli spinaci, bombe di sensualità, tra le quali ricordiamo la mitica donna dalla testa siliconata tutta Lingerie ed azione, Betty Bop, idoli delle multinazionali, con topolino e tutta la sua banda di animali umanoidi al seguito, simboli del patriottismo e del superomismo, gli eroi dotati di poteri soprannaturali nati dalle fervide menti degli sceneggiatori americani di metà novecento. Una vera e propria fornace di creatività, un portale collegato ad una molteplicità di mondi paralleli, un’inedita forma d’arte popolare.

I MAGNIFICI TRE

Di tutto l’entusiasmo esploso nel corso del XX secolo per il mondo dei Baloons (Nuvolette) e delle vignette inchiostrate a china, ad oggi, pare essere rimasto ben poco. La massificazione e la commercializzazione hanno costretto il fumetto a ricavarsi una nicchia, tra l’altro piuttosto stretta e scomoda, ora tra la televisione ed il cinema, linguaggi visivi più completi ed attraenti, ora tra la musica, immortale fonte di messaggi uditivi e di spunti poetici, ora tra quelle macchinette infernali che sono diventati i videogiochi e l’appiccicosa rete a banda larga, ultimi ritrovati per bruciare il tempo della nostra generazione. Dalla loro stretta alcova però, lungi dall’arrendersi, le strisce disegnate sembrano voler continuare a lanciare i loro “messaggi di fumo”, tutto ciò con una tenacia tale che da sola è bastata a far sopravvivere nel mondo ben tre enormi colossi del settore, ben presto adeguatisi alla dura legge del marketing e diventati veri propri business, tre “supereroi” dediti alla salvaguardia di un settore, che nonostante i tragici presupposti non vuole e non può morire. Ad ognuno di questi benefattori è stata affidata un’immensa zona del globo, da sorvegliare costantemente con capitali ed idee geniali. All’America è toccata la Marvel, una società nata negli anni trenta da un’anonima pubblicazione di otto pagine, i cui diritti vennero acquisiti dall’entusiasta signor Goodman, che, profondamente colpito dalle storie e dai personaggi appena acquisiti, decise di fondare una vera e propria casa editrice. Il caso volle che Goodman avesse un nipotino piuttosto sveglio, l’ormai ultrasettantenne Lee Nats (Stan Lee per gli amici), che, passata l’infanzia da galoppino al servizio dello zio, riuscì ad acquisire l’intera azienda di famiglia per poi farla diventare l’attuale impero plurimilionario, creando quello che viene definito “Universo Marvel”, un eterogeneo quadro di supereroi, fra i quali spiccano ancora oggi Spider- man, gli X-Men, I Fantastici Quattro, Hulk, Dare Devil e tanti altri, che ben più di una volta hanno ispirato persino produzioni cinematografiche e musicali. In Italia invece vige ormai da sessant’anni l’aura protettrice della Bonelli Editore, società nata dallo storico Gian Luigi Bonelli, colui che nel 1948 abbozzò per la prima volta le fattezze e la storia del leggendario Tex Willer, il più famoso Cow Boy dei fumetti. La casa editrice, nonostante gli enormi cambiamenti stilistici e narrativi apportati alle proprie serie nel corso degli anni, non è mai riuscita a negare completamente la propria natura seriosa e romanzesca, il che l’ha portata ad una produzione, ancora oggi, rivolta principalmente ad un pubblico adulto e scafato, ormai avvezzo a districarsi fra personaggi incredibili, ma allo stesso tempo estremamente prossimi alla nostra società, come Dylan Dog, il sensazionale caso dell’investigatore dell’incubo che ha permesso alla Bonelli di farsi conoscere in tutto il mondo, Nathan Never, un uomo che vive in un “domani” fondamentalmente non così diverso dal nostro presente e ancora Martyn Mystere, Demian, Jonathan Steele e più di quanti possiate mai immaginare. Arriviamo infine al Giappone, realtà isolata e privilegiata al tempo stesso dove il fumetto, non solo può essere considerato al pari degli altri media, bensì a volte superiore. Forse per merito della tradizione letteraria giapponese, molto più orientata al linguaggio visivo con i suoi ideogrammi, oppure grazie ad una mentalità più geniale e creativa, che ha riconosciuto nel fumetto l’unico ed insostituibile mezzo espressivo di sentimenti ed emozioni, fatto sta che nelle terre del Sol Levante si può parlare di una vera e propria industria, tanto dilagante ed estroversa, con i suoi personaggi connotati da grandi occhioni e dagli immancabili capelli a punta e con le sue storie strappalacrime dalla sceneggiatura impeccabile, da aver spopolato in tutto il globo dando origine a leggende del calibro di Dragon Ball, Inuyasha, Naruto, Full Metal Panic e Berserk, ininterrottamente venduti sotto forma di albi in bianco e nero (Manga) o di cartoni animati (Anime) trasmessi dalle maggiori emittenti televisive internazionali. Forse il fumetto è destinato a sparire nel giro di pochi decenni nelle profondità di qualche abisso non ancora ben identificato, o forse no… magari si tratta solo di una fase di stasi temporanea, di un periodo di transizione in attesa di una nuova epoca nella quale le nuvole di fumo continueranno pur sempre a sbuffare riflettendo nuovi messaggi e problemi generazionali…è inutile elaborare contorte supposizioni … staremo a vedere!

Illegalmente accettabile - articolo pubblicato sul Riformista

ILLEGALMENTE ACCETTABILE

Di Gioele Maria Pignati

Il nostro è un mondo perverso e contraddittorio! Gli antichi greci giustamente parlavano di leggi scritte e di leggi non scritte, riconoscendo essi stessi nel mondo la presenza di due punti di vista contrapposti e complementari al tempo stesso, uno riguardante le leggi d’onore, l’altro le leggi del sentimento. Allo stesso modo ritroviamo una controversia simile nella società odierna.
E’ la storia di Claudia, 17 anni, che tutte le mattine alle cinque si alza per andare a scaricare scatoloni al mercato, per portare a casa 30 euro se non è una giornata storta… è lavoro nero, è illegale, ma lo accettiamo. E’ la storia di Mirko, 19 anni, che sgombera i tavoli del Pub dalle 21.00 alle 3.00 del mattino, rischiando di essere licenziato per una varicella capitata tra capo e collo, è illegale, ma lo accettiamo. E’ anche la storia di Giovanni, un ragazzo intelligente che volendo avrebbe potuto essere una delle menti più brillanti della sua classe e che invece ha preferito gettare il suo domani in un cassonetto, perdendo di vista il mondo in cui viveva e cominciando a fumare erba, droghe leggere, non di certo lacci emostatici o siringhe… ci dicono che è legale… ma noi lo accettiamo?

giovedì 2 agosto 2007

E tu sei operativo? - Articolo pubblicato su Zai-Net

HI-TECH

E TU…SEI OPERATIVO?

“IL PINGUINO, LA FINESTRA E LA MELA”
VI REGALIAMO UNA BUSSOLA PER ORIENTARVI NELL’IMMENSO MERCATO DEI SISTEMI OPERATIVI PER IL VOSTRO COMPUTER!

Di Gioele Maria Pignati

Gli indimenticabili e bollenti anni settanta… quante novità ci regalarono… i mitici pattini a rotelle, i Muppets, la mai troppo osannata serie di Starsky e Hutch, le palline matte, Wonder Woman e quegli incredibili computer che entravano a mala pena in una stanza… un turbinio di circuiti e di valvole inanellati in alte torri di metallo dalle quali fuoriuscivano interminabili sequenze di dati, la cui decifrazione era affidata esclusivamente a qualche genio della allora nascente scienza informatica, di quelli classici, con l’inquietante camice bianco in stile mattatoio, gli occhialoni squadrati da secchione (possibilmente con le stanghette marroni simil-legno) e l’inspiegabile calvizia precoce! Il tempo passava inesorabile e, strano a dirsi, ma sempre più gente, specialmente all’interno delle università, cominciava ad avvicinarsi a quel magico e ingombrante strumento di calcolo, per cercare di comprenderne il funzionamento o per sperimentare attività che, fino ad allora, erano risultate assolutamente impensabili. Persisteva però, ancora un grave problema: l’unico modo per poter usufruire del computer stava letteralmente nell’impartire ordini alla macchina, attraverso complicatissimi linguaggi scritti, mediante tastiera. Fu allora che alcuni di quei geniacci cominciarono ad elaborare il modo di rendere alla portata di tutti ciò che fino a quel momento sarebbe stato possibile svolgere solo attraverso l’applicazione di lunghi algoritmi matematici, finendo per lanciare sul mercato intorno alla metà degli anni ottanta i primi sistemi operativi WIMP (“windows, icons, mouse, pointer” ovvero “finestre, icone, mouse, cursore”), gli stessi, certamente più rozzi, con meno potenzialità e assolutamente antiestetici, che oggi troviamo installati sui computer di tutto il mondo… tanto semplici da usare da aver aperto la strada ad un pubblico prima semplicemente impensabile,(ve la sareste mai immaginata una veneranda signora di settant’anni intenta ad elaborare un flusso di dati estrapolato da un calcolatore elettronico?), ora aiutandoci nella stesura di un testo, ora donandoci grandi momenti di svago con musica e film o ancora collegandoci in un istante al mondo intero attraverso web e posta elettronica.

FAI LA SCELTA GIUSTA!
Al giorno d’oggi il computer, insieme al lettore Mp3 ed al cellulare “tuttofare”, è diventato un vero e proprio oggetto del desiderio, in grado di catalizzare l’attenzione delle grandi masse e degli onnipresenti Mass-media. Pare però che molte persone ancora non siano riuscite ad orientarsi nel grande mondo dell’informatica, sempre più ricco, sempre più articolato e soprattutto sempre più inflazionato dalla presenza di nuove soluzioni ed offerte. Una fra le questioni più discusse resta specialmente quella della scelta del sistema operativo da installare nel proprio nuovo computer, di certo un punto molto scottante e delicato, anche tenendo conto delle spese estremamente elevate al momento dell’acquisto e del rischio di ritrovarsi l’ennesima bufala fra le mani, (così oltre al danno pure la beffa!). Dunque, proprio per evitare questo, compiremo, mano nella mano, una breve passeggiata tra ciò che il mercato potrà offrirci per tentare di uscirne al meglio! Per prima cosa è bene non lasciarsi prendere dal panico, poiché, pur rischiando di restare travolti dalle decine di nomi e marchi, (Windows, Macintosh, Linux, Bsd, Amiga, Unix, Aros ecc.), che ci circonderanno prepotentemente alla prima occasione, dopo poco ci si renderà conto dell’effettiva inutilità di molti tra questi, essendo o poco funzionali o, ancora peggio, troppo poco amichevoli per i comuni mortali, (in gergo tecnico user-friendly). Tagliandone fuori uno per antipatia od un altro per un qualche difetto, alla fine è stato il pubblico stesso a compiere una sorta di “selezione naturale” in puro stile “Darwiniano”, dando la possibilità di sopravvivere nel tempo solo a particolari “specie”, relegando le altre alla nicchia del free-ware, (ovvero i cosiddetti programmi gratuiti realizzati esclusivamente a scopo didattico o dimostrativo). Seguendo tale criterio ad oggi gli unici ad esser riusciti a dire la loro persino in un paese tanto “disinformatizzato” come l’Italia sono stati, l’ormai strafamoso odiato \ amato Windows, realizzato dal colosso americano della Microsoft, (il piccolo impero plurimiliardario con a capo il simpatico zio Bill Gates), sistema giunto, dopo la versione “XP”, all’ultimo aggiornamento denominato “Vista”, rappresentato sempre dal marchio della finestra quadricroma svolazzante in un limpido cielo azzurro, Mac-Os, (Macintosh), realizzato dalla Apple per funzionare esclusivamente sui potentissimi ed eleganti computer della stessa azienda, caratterizzato dall’indimenticabile simbolo della mela grigia ed ormai giunto alla sua ultima versione “X Leopard”, ed infine, ultimo, ma non meno importante Linux, il sistema operativo indipendente e soprattutto gratuito, riconoscibile dal fastidioso faccino del pinguino pasciuto, nato come forma di protesta contro il monopolio egemonico della Microsoft. A questo punto però vi chiederete cosa spinga la gente a sceglierne uno piuttosto che un altro… le risposte sono essenzialmente due: la più diffusa, purtroppo, sta nell’ignorare l’esistenza delle “alternative”, il che ha portato la maggior parte degli italiani, seguendo la mastodontica campagna di marketing, ad installare nei propri computer, a casa, in ufficio, nelle scuole e in diverse strutture pubbliche, Windows in tutte le sue forme e versioni, l’altra risposta invece riguarda tutte le altre persone che, basandosi sulle proprie esigenze, hanno trovato più conformi ed adatti Mac e Linux. Non che Windows sia un brutto sistema operativo, (anzi, è anche riuscito a migliorarsi notevolmente col passare del tempo e degli aggiornamenti), ma non è mai stato in grado di tenersi al passo coi tempi e, specialmente, con le possibilità della gente, pur avendo lasciato dietro di se una convinzione a volte del tutto contraria! Sinceramente, se proprio dovessi consigliarvi, io suggerirei Mac, un tempo assolutamente diverso dal prodotto “Made in Microsoft” ed ora, totalmente alla pari per ciò che concerne videoscrittura e lavoro in genere, addirittura superiore nel campo dello svago, con, ad esempio, la possibilità di convertire qualsiasi vostra canzone in mp3 per poi salvarla ed organizzarla in una lista di rapidissima consultazione, che, volendo, vi permetterà persino di trasferire il tutto sul vostro amato I-Pod ( il mitico lettore Mp3 della Apple), ed infine irraggiungibile per la comodità di consultazione di documenti e file, il che, a differenza di Windows, potrebbe avvenire anche e solo con l’utilizzo di un’unica cartella, il versatilissimo “Finder”. Discorso a parte per Linux, il prodotto dedicato esclusivamente ai veri anticonformisti, valido quanto e più dei primi due, ma forse un po’ troppo complesso da utilizzare, complice anche la scarsa compatibilità di accessori e periferiche tra cui stampanti e mouse, il che mi porta a sconsigliarlo ai non addetti ai lavori relegandolo ai soli onnipresenti “smanettoniÒ”. In fin dei conti quindi, a meno che non siate dei “videogiocatori” incalliti e pertanto necessitiate assolutamente delle caratteristiche presenti in Windows, da comune mortale, inviterei anche voi ad aderire alla politica basata sulla semplicità e sulla versatilità che, ormai da anni, contraddistingue il simbolo della mela morsicata… e se mai vi ritrovaste nuovamente a scegliere, ricordatevi solo che il vostro computer alla fine dovrà comunque essere duttile, pratico, ma soprattutto rilassante, perché, si sa, la vita da sola è già troppo frenetica!


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LA CLASSIFICA E OPINIONI DELLA GENTEEcco come l’opinione pubblica ha commentato i principali sistemi operativi, (le affermazioni riportate in questo box sono estrapolate dai forum presenti sulla rete):1)Macintosh: “il mac non è perfetto, d'accordo... ma rispetto a windows, rispecchia la perfezione assoluta!e poi non bisogna essere ricchi e snob per comprarsi un mac...”2)Linux: “Quando mi dicevano che linux è meglio la mia risposta è sempre stata: Sì, è meglio ma è inusabile.Datemene una versione usabile da chiunque e soppianterò Windows, finché Linux sarà per sistemisti non avrà mai alcuna possibilità di uscire dalla sua nicchia. E' però vero che la nuova versione sembra molto ben fatta anche per l'aspetto desktop.” (da3)Windows: “compralo e mettilo da parte in quanto ci saranno una marea di aggiornamenti e non vorrai incasinare il computer; sono circa 4 giga di programma quindi il computer diventa una lumaca se non hai il pentium duo; il mio collega lo ha sul computer e si lamenta x' la metà dei programmi non funziona” (da “Yahoo Answers”)

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E SE NE VOGLIO SAPERE DI PIU’…Se l’argomento trattato vi ha incuriosito / stuzzicato / infastidito / disturbato ecc. e volete farvi una cultura a riguardo, una buona idea sarebbe quella di girare tra forum, blog e siti amatoriali nei quali potrete chiedere spiegazioni e, se lo desiderate, informazioni più tecniche. Ci sarebbe anche un’altra possibilità, ovvero aprire Google e digitare la parolina magica “Wikipedia” per raggiungere la più grande e completa enciclopedia libera on-line mai realizzata e cercare una risposta alle vostre domande!

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